Prima della bonifica dell’Agro Pontino, il territorio era caratterizzato da estese zone umide di cui sono conservate le ultime vestigia all’interno del Parco Nazionale del Circeo e dell’Oasi di Ninfa. Nonostante fossero un’area ad elevata biodiversità e di particolare importanza per la migrazione dell’avifauna, queste zone erano luogo di riproduzione della zanzara anofele, famigerato vettore della malaria che, assieme alle abbondanti acque stagnanti, hanno da sempre reso difficile la colonizzazione e lo sfruttamento agricolo della pianura pontina fin dall’antichità. Le prime popolazioni che vi abitarono furono i Latini (popolo che dà il nome al Lazio, Latium, e alla stessa lingua dei romani), da cui deriva l’attuale nome della città, che vi fondarono Satricum, ai confini con l’attuale comune di Nettuno, e altre città della lega latina i cui resti oggi si trovano nella parte nord della provincia.
Il nome di Littoria, che fu dato alla città nel 1932, trae origine dal fascio littorio (il fascio di bastoni di legno legati con strisce di cuoio intorno ad una scure), ovvero l’emblema del regime fascista, già simbolo di potere nell’antica Roma.
Nel 1944, quando le autorità del comune decisero di cambiare nome alla città per distaccarsi dal fascismo, il nuovo toponimo fu deciso assumendo quello antico del territorio che la circonda, ossia il Latium adiectum, origine del popolo dei latini: fu così che Littoria divenne Latinia. Poi, considerando che i toponimi fascisti delle città che erano state istituite terminavano quasi tutti in “-inia“, si decise di ribattezzare la città, invece di Latinia, Latina.
È una delle più giovani città d’Italia, essendo una città di fondazione nata col nome di Littoria durante il ventennio fascista, a seguito della bonifica integrale dell’Agro Pontino, e inaugurata il 18 dicembre 1932